Voglio una Vita come Steve McQu…aglia
Archiviata ormai la pausa vacanziera natalizia, siamo già in pieno carnevale, annusando pure all’orizzonte quel magico mese di Marzo che ci restituirà finalmente una nuova primavera.
Molti obietteranno che se ne impippano di queste festività trascorse, poiché hanno comunque lavorato sempre, oppure hanno attraversato questo periodo in sgradita compagnia di Covid ed influenze australiane varie.
Tutto ciò sarebbe abbastanza normale per la maggior parte di noi comuni mortali, se non esistessero le social narrazioni, in cui tante persone in buona fede, commettendo l’imprudenza di sfogliare le pagine social di taluni e di talune durante il Christmas Time, realizzano come diretta conseguenza di ritenere la propria vita un concentrato di sfiga, tristezza, povertà e depressione.
Se ci fate caso, quasi tutti noi abbiamo nei nostri profili social una quota di sceneggiatori che ogni anno, puntualmente, mettono in rete la propria narrazione fasulla ad effetto lievito, ma relativa in realtà a fervida fantasia unita ad una modesta briciola di svago speso durante le festività.
Esattamente come nel mondo del cinema, ci sono sceneggiatori esperti in vario genere di narrazioni, capaci di creare illusione e fascino farlocco.
Ecco dunque tanto per citarne uno, il film messo in onda sui social dal presunto playboy “milionario” che fa le vacanze Top. In realtà è solo un triste individuo che sale in macchina solamente al tardo pomeriggio del 30 gennaio per accamparsi da qualche amico e recarsi poi la sera successiva nel localone alla moda di Cortina, dove poi riesce ad infiltrarsi a sbafo grazie all’amico del cugino del pierre che conosce il diggei, ma soprattutto nel localone ci arriva dopo aver mangiato un kebab o una pizzetta 15 chilometri prima di raggiungere la “mecca” dell’alta borghesia (che appunto è Cortina). In tale frangente, nonostante le poche ore a disposizione del suo brevissimo soggiorno ampezzano, il venditore di fumo si prodiga in uno shooting fotografico da fare invidia a un giapponese, immortalandosi tra selfie con belle topolone a lui semi-sconosciute e paesaggi da favola — un servizio fotografico che neppure un turista domiciliato a Cortina per quindici giorni sarebbe in grado di attuare. Successivamente queste foto saranno sapientemente spalmate nella loro pubblicazione per l’arco di tutto il periodo nataloso, deprimendo puntualmente lo stato d’animo di noi poveracci rimasti in città.
Per narrativa di par condicio, vi accenno ora delle sceneggiatrici di femminea specie.
La finta donna VIP, ovvero quella che per capirci millanta ad ogni occasione il mantra del “IoSoQuelloCheVoglioDallaVita”, senza catene o uomini da cui dipendere (in realtà è proprio di costoro che da sempre va a caccia…).
Arriva generalmente nella località modaiola, ospite per tre giorni alla baita B&B di Auronzo di Cadore, prenotata tre mesi prima dalla sua amica sul sito www. povericomelammerda.com. Non appena arrivata, dopo essersi dissetata con almeno due lattine energetiche, è già pronta per raggiungere le amiche a Cortina, indossando un copricapo imbarazzante in pelo di nutria bianca (comprato qualche giorno prima di partire dal cinese del suo quartiere), e selfandosi poi in modalità aperitivo davanti, o persino dentro, l’Hotel de La Poste, pubblicando ovviamente foto a raffica delle sole aree consentite ai non ospiti dell’albergo.
Per raggiungere l’agognato obiettivo del suo shooting fotografico, il giorno precedente ha dormito solo cinque ore, è andata dalla parrucchiera, ha lavorato come una ergastolana in catene per le precedenti 48 ore, si è sparata 160 km in quattro ore e mezza (causa traffico) con la sua utilitaria, si è messa due centimetri di stucco a presa rapida sul volto per coprire occhiaie e segni di stanchezza, ma finalmente anche lei può pubblicarsi le fotine sui social con la didascalia: «riposando serenamente a Cortina d’Ampezzo, auguro a tutti un Buon Natale».
Ci sarebbe molto da scrivere su questi argomenti, magari in collaborazione con filosofi, sociologi e psichiatri… ma lo spazio non consente altro sarcasmo se non un’ultima riflessione a cui invece tengo molto:
Fortunatamente esistono pure le persone che trascorrono le proprie vacanze in queste località magnifiche, alloggiando veramente in certi hotel, oppure in quanto reali proprietari di splendide abitazioni in loco. Loro (o almeno buona parte di loro) non ostentano il fortunato (o meritato) benessere. Non ci sbattono in faccia il lussuoso divertimento diurno e notturno, per il semplice motivo che certi lussi, quando sono reali, si vivono e non si raccontano chiassosamente. Costoro si chiamano: “i Signori”.