Lo scorso anno, durante un viaggio a New York, ho visitato il Museum of Modern Art (MoMA) che, per la sua straordinaria importanza, è considerato il principale museo moderno del mondo. Tra le innumerevoli opere della prestigiosa collezione newyorkese, una in particolare ha catturato il mio sguardo: Dinamismo di un calciatore (1913) di Umberto Boccioni.

La grande tela, se guardata attentamente, mostra il corpo futuristico di un calciatore, composto da linee e campiture colorate. L’intenzione dell’artista è stata quella di trasmettere l’idea di movimento dell’atleta, esaltandone il dinamismo, la forza fisica e la giovinezza.
Se da un lato superfici più piatte rappresentano la materia statica — come il campo da gioco, l’aria e la luce — dall’altro forme geometriche modellano il corpo dell’uomo che, con un movimento a spirale, sembra avvolgere l’ambiente attorno a lui. Il gesto sportivo diventa così energia pura.
Boccioni è uno dei protagonisti della rassegna dedicata al Futurismo in corso a Padova, città che ha accolto negli ultimi mesi mostre di rilievo internazionale.
Michael Biasi
Resterà aperta fino al 26 Febbraio nelle sale di Palazzo Zabarella a Padova la mostra Futurismo. La nascita dell’avanguardia 1910-1915 a cura di Fabio Benzi, Francesco Leone e Fernando Mazzocca.
Perché è una mostra da non perdere? Innanzitutto, perché propone una visione nuova e originale di uno dei movimenti più conosciuti e affascinanti della prima metà del Novecento e lo fa attraverso ben 121 opere provenienti da gallerie e collezioni internazionali di maestri senza tempo come Boccioni, Giacomo Balla, Gino Severini, Fortunato Depero, Mario Sironi, Carlo Carrà e tanti altri ancora.
Un’esplosione di colori ci introduce negli anni cruciali del Futurismo, dalla fondazione del movimento in pittura nel 1910 alla pubblicazione del Manifesto della ricostruzione futurista dell’universo del 1915, anno in cui l’Italia fa il suo ingresso in guerra.
Le due sale che aprono la mostra indagano le radici simboliste del movimento futurista e i legami con gli artisti divisionisti, tra i quali Giovanni Segantini, Gaetano Previati e Giuseppe Pellizza da Volpedo. È proprio questo aspetto a rendere inedito il taglio dato dai curatori a questa mostra dedicata al Futurismo, già scandagliato da innumerevoli esposizioni e qui indagato invece da una nuova prospettiva.
Pennellate divise e luminose si trovano in capolavori come Profumo (1910) di Luigi Russolo: un’opera sinestetica, avvolgente e ipnotica, che ha il potere di coinvolgere sia la vista sia l’olfatto di chi la guarda. Una donna raffigurata di profilo mentre reclina il capo leggermente indietro e, con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, appare come rapita dal vortice di profumo che si propaga nell’aria.

La complessa natura del Futurismo attraversa anche lo “Spiritualismo” degli Stati d’animo realizzati nel 1911 da Boccioni, che si serve della scomposizione delle forme e del movimento per rappresentare la modernità.
La quarta sezione, da intendersi come quella centrale della mostra, è dedicata al “Dinamismo” e vede protagoniste anche le opere di Balla, Severini, Sironi, Carrà, Russolo e quelle di Gino Rossi, Gino Galli, Ardengo Soffici e Ottone Rosai.
Seguendo una successione tematica, l’esposizione si snoda verso le sezioni “Vita moderna” e “Tridimensionalità-Polimaterismo”, in cui ritroviamo ancora Boccioni, considerato il teorico e principale esponente del movimento futurista, il cui emblema è indubbiamente il capolavoro assoluto Forme uniche della continuità nello spazio(1913). La celebre scultura incarna la velocità e la forza del dinamismo nell’arte, la simultaneità della visione. Uomo e macchina, pieni e vuoti, creano un chiaroscuro dove repentini passaggi dalla luce all’ombra conferiscono un effetto di plasticità e movimento.

Questo movimento italiano del primo Novecento ha esplorato ogni forma di espressione: pittura, scultura, letteratura, poesia, teatro, musica, architettura, fotografia, danza, cinema e persino la gastronomia. Le origini di questa Avanguardia sono da ricercarsi nel contesto storico degli inizi del XX secolo, caratterizzato dalle guerre, da grandi cambiamenti politici e da nuove scoperte tecnologiche come il telegrafo, la radio e gli aeroplani.
Con uno sguardo rivolto al futuro, questi artisti inseguono la velocità e tagliano i ponti con il passato:

«Compagni! Noi vi dichiariamo che il trionfante progresso delle scienze ha determinato nell’umanità mutamenti tanto profondi, da scavare un abisso fra i docili schiavi del passato e noi liberi, noi sicuri della radiosa magnificenza del futuro…» (dal Manifesto dei pittori futuristi, Febbraio 1910).
FUTURISMO
La nascita dell’avanguardia 1910-1915
a cura di Fabio Benzi, Francesco Leone e Fernando Mazzocca
fino al 26 febbraio 2023
Padova, Palazzo Zabarella