Il deserto, quello di sabbia, di roccia, di ghiaccio ha un fascino indiscutibile. Sarà l’assenza di tutto, o l’apparenza di tale assenza. Perché il deserto nasconde una vita incredibile, una miriade di creature che vi si sono adattate e che vi abitano discrete. Un paesaggio sempre cangiante: le dune che mutano forma e posizione mentre il vento danza tra loro trasportando granelli di sabbia e polvere; il sole che colora d’oro la distesa stepposa e poi la riempie delle ombre delle nuvole; le stelle che punteggiano coperte di cieli blu e contrastano l’oscurità del terreno incolto e spoglio.
Il deserto invita a pensare, a meditare, a lasciare andare. È un vuoto che può rimanere tale o riempirsi di significati. È un libro bianco su cui tutti possono scrivere la loro storia. Ecco perché grandi scrittori come Paulo Coelho hanno voluto usare il deserto come metafora di viaggio e rinascita.
Qui per trovare un’oasi devi viaggiare. Non puoi stare fermo se vuoi sopravvivere. Ecco che mettersi ai margini di esso, all’inizio di una distesa infinita, assume il significato di protendersi verso i propri sogni o al contrario fare opera di introspezione, un itinerario verso il proprio inconscio.


Per chi cerca quindi un soggiorno in un luogo puro, ai confini del mondo, uno dei primi consigli è lo Shipwreck Lodge aMowe Bay in Namibia, posizionato tra i fiumi Hoarusib e Hoanib nel parco nazionale della Skeleton Coast. Il nome del luogo deriva appunto dalle migliaia di naufragi che pare vi siano avvenuti e dalle storie di coraggiosi sopravvissuti. Le costruzioni lignee del lodge ricordano proprio i relitti delle imbarcazioni. Sono chalet perfettamente mimetizzati nel paesaggio, a basso impatto ambientale e funzionano ad energia solare. Otto unità doppie e due unità per famiglie accolgono l’ospite in questo mondo alternativo tra dolci dune. Inutile spiegare la bellezza dei tramonti o l’emozione unica di incontrare le iene brune o i leoni del deserto, vedere l’oceano che incontra l’Africa, entrare nelle antiche miniere di diamante e fare un aperitivo vicino ai Castelli di Argilla.

Un deserto completamento diverso è quello dove sorge Pioneertown Motel in California. Qui, dove si può ammirare il Joshua Tre, è come entrare in un film western e ci si aspetta di vedere pistoleri e indiani da un momento all’altro.Pioneertown Motelera una vecchia stazione di posta del 1946 con diciannove camere dove il legno è protagonista, così come lo sono i colori caldi e forti del décor in memoria del selvaggio nuovo mondo. Un universo che wild lo è restato ed è questa la sua magia. Cavalcate senza fine tra i genuini e rudi ranch, la cupola Integraton dell’ufologo che sosteneva di aver ricevuto indicazioni dai venusiani per crearla, i tramonti infuocati al National Park; sono solo alcune delle esperienze che da qui si possono fare.

Esperienze diverse ma altrettanto impattanti sono quelle che si possono vivere al Golden Crown Levin Iglut a Levi in Lapponia. Il deserto qui si fa di ghiaccio, il paesaggio sospeso come inghiottito dal bianco. All’interno di tre suite Igloos, nove Superior e quindici Cozy Superior Igloo è possibile ammirare dal letto il cielo artico e l’aurora boreale, visto che il soffitto è in vetro e che la luci delle città sono distanti. Qui infatti regna il silenzio mistico della neve, il crepitio accogliente del camino e il rumore gentile dei passi delle renne sul terreno soffice. C’è anche un ristorante, l’Aurora Sky, con pareti e soffitto in vetro così da rendere il soggiorno completo. Gite in motoslitta, scoperta della foresta boreale, safari con i cani husky sono solo alcune delle proposte del Levin.
Insomma deserto che vai, emozioni che trovi! Quindi se la solitudine è anche bellezza e la bellezza è anche solitudine, oggi più che mai conviene pensare a una meta diversa, lontana, proprio nella natura. Quella più remota. Più aspra e forse anche un pochino brutale. Ma per questo affascinante. Originale e indimenticabile.