La mostra a Venezia
Alcune vite sono come romanzi: avvincenti, passionali, imprevedibili.
Modella, fotografa e fotoreporter, Lee Miller ha vissuto un’esistenza intensa, ricca di esperienze ed emozioni che l’hanno resa un’icona assoluta del ’900. La mostra Lee Miller – Man Ray. Fashion, Love, War curata da Victoria Noel-Johnson a Palazzo Franchetti a Venezia offre la straordinaria occasione di conoscere l’essenza di una donna che ha sfidato non solo i propri tempi ma anche sé stessa, evolvendosi e reinventandosi con assoluta eleganza e raffinatezza.
Il percorso espositivo racconta alcune tappe fondamentali della carriera di Lee Miller, accanto alla quale troviamo il celebre Man Ray, di cui la fotografa statunitense sarà allieva, modella, musa ispiratrice, amante e amica.
Intraprendente e caparbia, Lee Miller apprende a Parigi le competenze tecniche fotografiche necessarie e, dopo qualche tempo, si mette in proprio aprendo uno studio tutto suo a New York, dove ottiene grande successo.
Attraverso i numerosi scatti presenti in questa mostra emerge il carattere di una donna che, pur consapevole del suo fascino e della sua bellezza, ha portato avanti con determinazione e abilità il proprio lavoro, diventando, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, corrispondente di guerra e fotoreporter per la rivista «Vogue».

Durante i numerosi incarichi che le vengono affidati, Lee Miller realizza degli scatti eccezionali, collaborando anche con il fotografo statunitense corrispondente di «Life»David Scherman, che la ritrae nel 1945 nella vasca da bagno dell’appartamento di Adolf Hitler a Monaco di Baviera.
Michael Biasi
Fino al 10 aprile 2023 sarà possibile visitare, nelle sontuose sale di Palazzo Franchetti a Venezia, la mostra Lee Miller – Man Ray. Fashion, Love, War.
Un dialogo assolutamente “alla pari” quello tra Lee Miller e Man Ray: due figure che hanno scritto la storia della fotografia attraverso scatti davvero iconici.
Lee Miller eredita la passione per la fotografia dal padre Theodore che le insegna alcune tecniche e talvolta la fa posare anche come modella. A soli sette anni, però, viene segnata da un terribile trauma che lascerà in lei una ferita indelebile: Lee viene violentata e contrae la gonorrea, che al tempo era curata in modo dolorosissimo.
Un giorno, mentre distrattamente attraversa le strade di Manhattan, viene quasi travolta da un’auto ma – come in un film – viene salvata da un uomo che cambierà la sua vita: l’editore Condé Montrose Nast, proprietario di «Vogue» e «Vanity Fair». Catturato dalla bellezza di Lee decide di assumerla come modella e nel giro di poco tempo il volto della giovane americana è sulla copertina di «Vogue America». A disegnarlo sullo sfondo dello skyline di New York è il noto illustratore francese Georges Lepape.

Le sale di Palazzo Franchetti appaiono come la cornice perfetta per accogliere gli scatti in cui Lee è protagonista. I suoi occhi, i suoi tratti inconfondibili e il suo corpo vengono richiesti dalle più grandi e famose testate di moda di New York; tuttavia, la sua passione la induce a intraprendere la strada della fotografia, mezzo che lei predilige per esprimere il proprio temperamento.
“Preferisco fare una foto che essere una foto”.
(Lee Miller)
Trasferitasi a Parigi nel 1929, Lee diventa allieva del grande Man Ray, instaurando con lui un forte rapporto d’amicizia e d’amore. Accanto al celebre fotografo, si avvicina al Surrealismo, movimento artistico d’avanguardia nato a Parigi negli anni ’20 del Novecento.
La forza creativa della donna ammalia e incanta il fotografo che lavora insieme a lei ad alcuni progetti importanti, come la campagna pubblicitaria Compagnie Parisienne de Distribution d’Elecrticité, dalla quale nascerà l’idea della celebre immagine Electricité del 1931.
In linea con il Surrealismo, Lee Miller e Man Ray realizzano foto accostando elementi spesso privi di legame logico, sperimentando e giocando sulle analogie tra la figura umana e oggetti comuni, facendo emergere, in modo efficace, gli aspetti più profondi e sorprendenti della quotidianità.

Dopo un matrimonio finito male con un uomo d’affari egiziano, Lee conosce Roland Penrose e si trasferisce a Londra dove lavora per l’edizione inglese di «Vogue», fin quando scoppia il secondo conflitto mondiale. Senza tirarsi indietro, si trasforma così in un bravissima fotoreporter di guerra, la prima donna a documentare gli orrori dei campi di concentramento di Dachau e Buchenwald. Con i suoi reportage Lee dimostra le proprie capacità e trova un linguaggio espressivo inedito e personale per narrare e documentare l’atroce realtà dei lager.
Tra gli scatti più noti, la mostra propone quella del fotografo David Scherman che la ritrae nuda nella vasca da bagno del Führer, in un appartamento posseduto da Hitler a Monaco di Baviera.
“Dentro la sua vasca, ho lavato via lo sporco di Dachau”. (Lee Miller)
Dopo la guerra l’anima di Lee non tornerà più “pulita”. Il disturbo post-traumatico dovuto alle atrocità viste al fronte e nei campi di concentramento, la farà precipitare in una profonda depressione.

Rimuoverà il suo passato e, come gesto catartico, nasconderà nella soffitta foto, rullini e l’insostituibile Rolleiflex: oggetti della sua vita che verranno ritrovati dai familiari a distanza di anni dalla sua morte.
Una vita così non poteva che diventare un film. E infatti, non stupisce che Hollywood stia girando un lungometraggio sull’artista che vedrà la bellissima Kate Winslet nel ruolo di Lee.
Lee Miller – Man Ray. Fashion, Love, War
Fino al 10 aprile 2023
a cura di Victoria Noel-Johnson
Palazzo Franchetti
San Marco 2847 – 30124 Venezia