sabato, Giugno 3, 2023

Una storia in tre atti.

Parte I

Il lappone più famoso della terra è pronto a consegnare doni in tutto il mondo, dunque quale occasione migliore per fare un regalo anch’io a chi segue questa rubrica. Oggi tratteremo un argomento diverso, unico per lo spazio di queste pagine: la sceneggiatura. Capiremo il “dietro le quinte” di una scrittura cinematografica e quali sono i passaggi fondamentali di uno schema che perdura ormai sin dai tempi di Aristotele.

«Una buona storia è la cosa più potente che ci sia». A dirlo è Tyrion Lannister nel discorso chiave di fronte al concilio per la scelta del nuovo re sul Trono di Spade. Sacrosanta verità. Quando certuni snobbano l’importanza concreta e tangibile di una storia, ricordategli che non è solo la fiaba che leggono ai figli prima di coricarsi, il film appena uscito al cinema o la nuova serie Netflix. Una storia è anche una barzelletta raccontata magistralmente, il background di un politico o di un’attivista green, l’insieme delle vicissitudini personali che fanno empatizzare una persona con un’altra, la tua vicinanza religiosa, il motivo per cui compri un prodotto al supermercato, e molto altro ancora. In quanto esseri dotati — e attratti — di creatività, le storie sono il motore del mondo tanto quanto lo è la matematica. E, come la matematica stessa, hanno una loro struttura imprescindibile. 

Per denudare l’ossatura di un qualsiasi prodotto cinematografico prenderemo in esame un film mainstream e di recente fattura, Interstellar (2010) di Christopher Nolan, poiché facilmente comprensibile nell’individuazione delle sue componenti. Confronteremo quest’opera anche con altre per comprendere meglio alcuni snodi narrativi. 

Come accennato in principio, fu proprio Aristotele a teorizzare la struttura di una storia per i drammi teatrali: ogni dramma ha un inizio, un mezzo e una fine. Infatti, una sceneggiatura si suddivide in tre atti. Nel Primo Atto vi è il Setup iniziale: viene presentato il protagonista e il suo rapporto con il Mondo Ordinario. Il luogo dove il nostro eroe, il protagonista, vive: le sue abitudini, il suo credo, i suoi rapporti, la società che governa il suo mondo. Insomma, si fa una mappatura delle caratteristiche del protagonista e dell’ambiente circostante. 

Nel caso di Interstellar è molto semplice riconoscere il Mondo Ordinario, poiché si tratta dell’incipit dell’ingegnere Cooper sulla Terra prima di partire alla volta dello Spazio. Il presente narrativo coincide circa con il nostro reale presente storico, probabilmente con qualche decennio in più. Viene mostrato un ambiente precario in cui la siccità dilaga, i raccolti scarseggiano e ci si affida più ai contadini che agli scienziati. Il genere umano è destinato all’estinzione. Sembra il pianeta Terra qualche secolo prima rispetto a quello presentato su Wall-E (2011), anche in quel caso il Mondo Ordinario per il film Pixar. Fate attenzione: Mondo Ordinario non è Terra. Non si tratta sempre di pianeti. Per esempio, il Mondo Ordinario ne Il Gladiatore è semplicemente l’accampamento in terra teutonica. In quel caso, ormai, la quotidianità per Massimo Decimo Meridio sono gli accampamenti nelle guerre decennali dell’Impero Romano alla conquista d’Europa. Spesso, però, nei film non è così semplice riconoscere le colonne portanti dei tre atti. 

In Zootropolis (2016), altro capolavoro Pixar, la distinzione tra Mondo Ordinario e Mondo Straordinario è più difficile da riconoscere rispetto agli altri film citati. Di primo istinto ci verrebbe da dire che il Mondo Ordinario riguarda la parte di Bunnyburrow, la terra dei conigli da cui proviene la protagonista, perché per confronto la città di Zootropolis ci sembra invece il Mondo Straordinario della storia. In realtà, il Mondo Ordinario è ancora all’interno della città stessa in cui si trasferisce, Zootropolis, poiché in caserma, inizialmente, Judy Hopps mantiene delle abitudini stabili (le multe come poliziotta stradale, per esempio) che solo successivamente ricevono una brusca interruzione. Infatti, per dare linfa ad una qualsiasi storia, si ha bisogno di uno shock che rompa l’equilibrio iniziale del protagonista. Si tratta dell’Incidente Scatenante. Nel caso di Interstellar è la proposta che viene formulata a Cooper, alla Nasa, di partire per la spedizione interstellare. Si può parlare anche di Chiamata dell’eroe, che porterà alla consequenziale Resistenza alla Chiamata: la tanto agognata scelta del protagonista, a cui però non può tirarsi indietro e che ci fornirà molte risposte sulla sua personalità. Iniziamo ad immedesimarci con il protagonista e il suo conflitto. Come ogni buona serie tv concludiamo questo articolo con un cliffhanger, cioè un po’ di suspense. 

Ci rivediamo il mese prossimo con la seconda parte. 

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