martedì, Ottobre 3, 2023

Testamento falso. Tre indizi da esaminare.

Temi che il testamento di un tuo parente sia falso? Vuoi essere sicuro che le ultime volontà di un tuo familiare siano state effettivamente rispettate?

Tra le varie “feste” che scandiscono l’anno forse quella dalle tinte un po’ più macabre è quella dei Morti. E in linea con l’attuale mood novembrino in questo numero di VPOCKET parleremo appunto di Morteeeee — dopo aver fatto gli opportuni scongiuri!

 “Certi” argomenti non si vorrebbero mai trattare ma ahimè esistono, e le più grandi guerre tra familiari hanno per oggetto l’eredità: un minimo di conoscenze in tema testamento sono quindi auspicabili da possedere. 

La perizia grafologica sul testamento

Il testamento è l’atto con cui un soggetto dispone del proprio patrimonio per il tempo in cui avrà cessato di vivere. Il nostro ordinamento prevede diverse tipologie di testamento ma quello che più viene utilizzato è il cosiddetto testamento olografo, cioè redatto direttamente dalla persona, detta “testatore”. Per essere valido il testamento olografo deve rispettare contemporaneamente tre requisiti: che sia datato, che sia sottoscritto (cioè firmato alla fine) e che l’intero suo contenuto sia scritto a mano dal testatore. 

Generalmente in caso di dubbi sul testamento si ricorre al grafologo (che in questo ambito è meglio definito Perito grafologo) affinché possa esprimersi sull’autenticità dell’intero testamento. Ma capita che si possa concentrare anche sulla sola firma o sulla data, qualora vi fosse il dubbio che queste ultime siano state tracciate da altre persone: basta infatti che uno solo dei tre requisiti non sia rispettato per invalidare un testamento.

Spesso chi imita un testamento viene scoperto da un perito grafologo, ma esistono alcuni indizi che tutti possono individuare con facilità.

Tre indizi sospetti

Il primo indizio che deve in qualche modo allarmare è l’eccessiva brevità del testo. Un testamento del tipo «Nomino erede universale mio fratello Caio», seppur potenzialmente valido può essere più verosimilmente attribuito a un imitatore, che non disponendo di adeguato materiale grafico si mette a scrivere il meno possibile per non esser scoperto; è raro infatti che chi lascia le ultime volontà non faccia alcun cenno ai vari familiari.

Il secondo indizio da osservare è se nello scritto sono presenti delle incoerenze grafiche evidenti disseminate lungo il testo: come la presenza contestuale di tratti tremolanti e tratti più scorrevoli e decisi. Se una persona anziana presenta tremori e una certa “secchezza” grafica, questa verrà mantenuta per tutta la scrittura. L’imitatore, invece, da un lato deve cercare di imitare una scrittura, per esempio tremolante; dall’altro deve cercare di occultare la propria gestualità che tremolante non è… e non sempre riesce a gestire questa incoerenza grafica.

Un terzo indizio a cui prestare attenzione è il lessico utilizzato: la presenza di evidenti errori grammaticali da parte di un testatore di una certa cultura, o viceversa l’uso di toni aulici da parte di una persona che tanto letterata non è, possono far presupporre che il testo sia stato redatto da una persona diversa dal testatore.

In generale, chi effettua una contraffazione viene quasi sempre smascherato per varie ragioni di natura tecnica grafologica, e non solo… Ma le cartucce a disposizione per questo numero sono terminate. Al prossimo colpo di penna!

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