Da poco è finito il Festival delle polemiche, ma soprattutto (a parer mio) pure il Festival della noia. La noia stavolta scaturisce proprio dall’eccesso di “trasgressione”. La trasgressione diventa divertente quando rappresenta quella manifestazione estemporanea, inattesa ed improvvisa, che rompe ogni schema atteso. Quando è invece studiata a tavolino insieme agli spin doctor della comunicazione, ed ancor più quando si dilata sino a risultare scontata consuetudine per quasi ogni artista sul palco e ad ogni giornata del Festival, allora la trasgressione si trasforma e diventa noia omologata e conformata, con buona pace dei culi in mostra, delle tettine brutte e pure mal disegnate, dei calci ai fiori, dei baci in bocca, del kamasutra improvvisato davanti alle telecamere e di ogni altra boiata innescata ad arte in una patetica ricerca estrema del clamore, della visibilità contornata con l’evidenziatore giallo. Giallo itterizia in questo caso.
Dai vestiti trasgressivi ma mai volgari di Renato Zero ai baci di Benigni & Fiorello a Pippo Baudo, o la farfallina di Belén Rodrìguez, la storia del Festival racconta che tutto è già stato inventato prima, tranne una noiosa trasgressione abbastanza volgare, andata in scena invece questa volta.
Blanco: Testina da gamberetto… hai avuto un problema alle cuffie? Complimenti per come sai gestire rabbia e frustrazione.
Se vai al festival della città dei fiori devastando il palco pieno di rose (copione concordato o meno), la mancanza di rispetto in primis è nel messaggio che trasmetti ai milioni di italiani che non arrivano a fine mese. Tu “per divertirti” assumi atteggiamenti vandalici e fai danni senza senso e per migliaia di euro, ridendo pure. Personalmente ti avrei addebitato il costo di tutto oltre che obbligato a scopare via (al posto dell’immenso Morandi) quel macello che hai combinato insieme a quei quattro deficienti che stavano sul palco con te, strimpellando e ridendo davanti alle tue prodezze. Uno spot meraviglioso e dai grandi insegnamenti per i ragazzi giovanissimi che stavano seguendo da casa.
Mona…skin docet, #RockettaroDellaMutua. Voto: 3 –
Già citato, Gianni Morandi: con la scopa in mano. Questa immagine dovrebbe essere pubblicata su qualsiasi dizionario enciclopedico della lingua italiana alla voce: “Umiltà”. Quello di Morandi, è stato un modo sottile ma elegantissimo per esprimere in mondovisione il proprio dissenso personale verso un ragazzino sovraeccitato e verso chi ha ideato questo patetico siparietto del vandalismo floreale. Chapeau. Voto: 9½
Paola Egonu: in questa decadente kermesse, mancava solo lei ad insultarci tutti. Attendo le sue scuse. Mi (ci) hai dato del razzista dichiarando in mondovisione che l’Italia è un Paese razzista ed io da italiano, non ci sto.
Se io dichiarassi in mondovisione che gli immigrati sono tutti dei delinquenti, per me si aprirebbero le porte dell’inferno, però lei si è permessa di dare del razzista ad un intero popolo. I razzisti certamente ci sono, la madre degli idioti ne partorisce purtroppo in ogni parte del mondo, ma noi italiani, nella stragrande maggioranza siamo gente di cuore e non razzisti.
Avrei preferito che il suo tempo davanti alle telecamere lo avesse speso magari per criticare il dittatore turco Erdoğan e la scarsa libertà di diritto e pensiero che hanno le donne turche. Stranamente, non ha toccato questi argomenti. Per caso dipende dal fatto che ora si è trasferita in Turchia, guadagnando molto bene, e se si fosse sbilanciata sul governo turco l’avrebbero poi cacciata a pedate nel sedere? La R.A.I. (Razzisti Associati Italiani in questo caso) ha sborsato 25.000 euro per il tuo sgradevole insulto. Accetti pagamenti dai razzisti? …evidentemente, Pecunia non olet: Voto 4 –
I Ferragnez: surreale coppia che come la Wanna Marchi all’apice del successo brandizza e vende qualsiasi boiata, dalle bottiglie d’acqua in su, a prezzi spaventosi, ma a differenza della Wannona, viene collocata tra i guru della comunicazione. Per il rispetto che porto alla mia educazione espressiva, eviterò di scrivere qualsivoglia commento, su di lui e su di lei. Voto: N.C.
È pur vero che Sanremo è sempre Sanremo, ma almeno in passato, tra una polemica e l’altra, si ascoltavano cantanti come Fausto Leali, Morandi Tozzi e Ruggeri, Celentano, Vecchioni, Rino Gaetano, Vanoni, Bocelli, Pausini, Lucio Battisti, e molti altri. Oggi sotto l’ègida del “nuovo che avanza” riscontriamo che l’inquinamento acustico domina un Festival dove ormai si esibiscono, nella maggior parte dei casi, soltanto artisti che hanno più tatuaggi che voce. Voto: Zero +