SCORPIONE (Seconda Parte)
Ritornando al discorso relativo alle due fasi psicologiche che coinvolgono i segni opposti del Toro e dello Scorpione, orale quella per il Toro e anale per lo Scorpione, troviamo un esempio molto significativo osservando l’entrata e l’uscita dalla città del “nostro” fiume Bacchiglione.
Il Bacchiglione entra in città da sud (dal Bassanello per intenderci), ma poi all’altezza della Specola si divide in due rami: il ramo di sinistra prosegue verso nord ed è ancora quasi del tutto visibile, mentre il ramo di destra è stato quasi parzialmente interrato.
Detto questo, dobbiamo però ricordare che la Specola si trova in piena zona Toro, come abbiamo già visto precedentemente. Toro simbologia orale, Bacchiglione che “entra” in città con i suoi due rami a portare fertilità e aiuto nelle attività commerciali e manuali (mulini e lavatoi pubblici nonché, purtroppo, scarico di rifiuti).
“Da dove uscirà poi?”, viene da chiedersi. I due rami si riuniscono in quello che oggi si chiama Largo Europa e lo sfogo, l’uscita vera e propria, è alle Porte Contarine, proprio in zona Scorpione, in sintonia con la simbologia evacuativa del segno: tutte le scorie, soprattutto in tempi remoti, uscivano dalla città dalle Porte Contarine.
E di sporco e rifiuti la vecchia Padova ne produceva in grande quantità, basti pensare a quanti mulini, lavatoi, botteghe artigianali si trovavano lungo le rive del Bacchiglione. Un vecchio mulino si trovava proprio alle Porte Contarine dove il dislivello tra Bacchiglione e Piovego favoriva la forza motrice dell’acqua.
A due passi dalle Porte Contarine possiamo visitare la Cappella degli Scrovegni che ci dà altri spunti di riflessione (se ricordate abbiamo abbinato la simbologia dell’uso dei soldi degli altri al segno dello Scorpione).
Bene, la cappella fu fatta costruire da Enrico degli Scrovegni, figlio di Rinaldo degli Scrovegni che Dante, il Sommo Poeta, collocò nel girone degli usurai nella Divina Commedia. Quindi la nomea di “usurai” si incollò definitivamente alla famiglia Scrovegni: l’usura è sempre una forma di uso di denaro a titolo di proprio guadagno.
Comunque una lancia va spezzata in favore degli Scrovegni, perché non esiste prova certa che Rinaldo avesse utilizzato forme di usura. Quello che si sa è che è stato un nobile e famoso banchiere dell’epoca. Il figlio Enrico continuò la strada del padre ed è abbastanza chiaro che la famiglia possedesse degli enormi capitali. Anche perché la costruzione della cappella e soprattutto la parcella di Giotto non deve essere stata molto economica (sempre ai soldi si va a finire).
In precedenza abbiamo parlato del segno dello Scorpione come simbolo di trasformazione e, sempre qui vicino, si trovavano due industrie di trasformazione che hanno provveduto, purtroppo, a un inquinamento totale della zona: parlo dell’ex Gasometro che si trovava in via Trieste e della vicina fabbrica Zedapa in via Gozzi.
Interessante è soprattutto l’ex Gasometro perché usava il carbone per produrre il gas, carbone che arrivava su dei barconi dal Piovego e veniva portato nell’area dell’industria attraverso un sistema di ponteggi che passavano sopra via Trieste. Ecco, proprio il carbone è un tipico elemento da abbinare allo Scorpione. Carbone che è il risultato della trasformazione di materiali organici avvenuta in millenni. Carbone che si trova sottoterra, regno di Ade o Plutone, signore del segno.
Sempre in relazione a quest’area, bisogna ricordare che attualmente si trova un grande parcheggio scoperto tenuto abbastanza male e che nei suoi dintorni si può riscontrare un ampio degrado (riportato più volte anche dalla stampa cittadina): conseguenze dal passato inquinamento? Non lo so. Quello che so e che la zona fa molta fatica a riqualificarsi nonostante i vari interventi.
Altra azienda interessata alla zona è stata la Zedapa (i Botoni per il popolo). La Zedapa produceva minuteria metallica di ogni tipo e forma. Chi come me era ragazzo negli anni Sessanta e scorrazzava in bicicletta per Padova, ricorderà che da quelle parti l’aria era irrespirabile e che, sostandoci un po’ di tempo, si sarebbe ricoperto di un fastidioso pulviscolo di carbone. In effetti non è una bella storia per Padova ma racchiude in sé proprio la sintesi della simbologia del segno dello Scorpione: la trasformazione. Nel caso del Gasometro la trasformazione del carbone in gas e in quello della Zedapa la trasformazione del ferro fuso in piccolissimi articoli.
Anche il pianeta Marte ha domicilio nel segno dello Scorpione: Marte simbolo di azione, lotta, guerra, soldati e militari. E proprio in via Rismondo, in piena zona Scorpione, è stato trasferito il Comando Provinciale dei Carabinieri.
Per finire sappiamo che la nostra città è stata suddivisa in sei macro-quartieri, all’interno dei quali ci sono dei rioni più piccoli. Un esempio lo faccio con il quartiere 4 SUD EST che contiene i rioni di S. Croce, S. Osvaldo, Bassanello e Voltabarozzo.
In tutto a Padova abbiamo una quindicina di rioni e uno di questi si chiama Mortise: la sfida è indovinare in che settore zodiacale va a collocarsi.
Le origini del nome Mortise sono molte ma tutte si incentrano sulla morte.
Ve ne cito due. La prima dice che prima dell’Era Cristiana gli abitanti di Padova usassero seppellire i morti in questa zona. La seconda prende spunto dalla grande epidemia di peste del 1630 — quella citata anche nei Promessi Sposi di Manzoni — e racconta che in quella epidemia morirono tutti gli abitanti dell’attuale zona Mortise: da questo, in dialetto Morti i xe.
Sì, avete indovinato, il rione di Mortise si trova proprio in zona Scorpione