sabato, Giugno 3, 2023

Maurizio Saia

Presidente di MAAP, il Mercato Agroalimentare di Padova

Nato a Padova, alla tenera età di 14 anni si butta nelle prime avventure politiche. Frequenta la facoltà di giurisprudenza e si laurea a Bologna. Nel 1980 diventa consigliere comunale per la prima volta ad Abano Terme e collabora con diverse testate giornalistiche a caratura nazionale di informazione politica. Nel 1995 viene eletto, con il maggior numero di voti, quale consigliere comunale di Padova. È senatore della repubblica dal 2006 al 2013. Attualmente è Presidente del CDA di MAAP, il Mercato Agroalimentare di Padova. 

AGLI ESORDI UN GRAN SOGNATORE. ORA ALLA CONTINUA RICERCA DI INNOVAZIONE. PER MAURIZIO SAIA IL VERO SUCCESSO DI UNA PERSONA STA NELL’ESSERE SODDISFATTO DI QUELLO CHE FA, SAPENDO DI AVER DATO IL MASSIMO POSSIBILE.

Mi piace pensare che tutti, dentro la nostra professione, abbiamo un compito che va oltre il nostro mestiere quotidiano. Inoltre, lei ha ricoperto diversi ruoli nella sua carriera, quindi mi chiedo: Maurizio Saia che lavoro fa?  

È una bella domanda, perché va oltre il mero schema di una carriera o di un lavoro. La cosa che mi ha sempre contraddistinto nella vita, sia in campo politico che professionale e personale, è stata la voglia di ricercare l’innovazione, il tentativo di pensare e sviluppare il futuro più che di fermarsi sul presente basandosi su modelli che possono essere messi in discussione. Molti miei coetanei sono già in pensione, si dedicano ai loro hobby. Io ogni giorno mi invento attività, sfide, lavori e di conseguenza mi procuro anche delle “preoccupazioni”; ma credo che questa sia la strada giusta per essere e sentirsi sempre vivi. Da quindici anni il mio lavoro principale è l’attività in Albania. Sono socio di alcune aziende di consulenza a sostegno delle realtà italiane che si stanno espandendo al di là dell’Adriatico. Mettiamo a disposizione ingegneri e architetti altamente qualificati che possono dare un contributo significativo nell’informatica e nella progettazione.

Fin da giovanissimo è stato appassionato di politica, raggiungendo l’importante ruolo di Senatore della Repubblica. Chi era il Maurizio degli esordi? 

Un gran sognatore, in un’epoca molto difficile da spiegare ai giovani di oggi. Era un mondo diviso in due blocchi contrapposti, tra est ed ovest c’erano delle visioni molto diverse. Sin da piccolo il mio impegno è sempre stato forte all’interno della destra politica. 

Sono stato il primo consigliere comunale della Provincia di Padova ad essere stato eletto con il Movimento Sociale, ad Abano. Durante il secondo consiglio comunale a cui partecipavo, chiesi di parlare. Appena venne il mio turno, tutti gli altri consiglieri comunali uscirono dall’aula. Erano anni difficili, gli scontri erano frequenti, il rischio di prendere delle botte solo perché portavi avanti le tue idee era quotidiano e in quel senso ti sentivi quasi un piccolo eroe: c’erano grandi speranze e si credeva profondamente nei valori e nell’etica. Sono cose che non si trovano nei ragazzi di oggi, è cambiato il mondo. Ai miei tempi in una classe di 30 persone, 28 facevano politica, oggi i giovani non sono interessati a queste cose e c’è molto più individualismo. La grande differenza è che un tempo la politica era vista come un mezzo per cambiare il mondo, mentre oggi è diventata una professione. Io da ragazzo mi emozionavo per andare a fare volantinaggio, avevo sempre in testa l’obiettivo di dare qualcosa agli altri. È questo uno dei motivi principali per i quali ho deciso io di uscire dal parlamento: non mi ritrovavo in niente. Ho sempre tenuto le distanze dalla “politica da volantino”, quella delle promesse elettorali irrealizzabili fatte solo per avere il voto. A me piace la competenza, amo confrontarmi con le persone che studiano gli argomenti e sanno di cosa parlano, senza badare al fatto che siano di un partito o di un altro. Questa è una cosa che mi ha sempre guidato in politica. 

Immagino che questo percorso non sia stato lineare e privo di difficoltà e grandi soddisfazioni. Ne ricorda qualcuna in particolare?

Ce ne sono state tantissime, sia in politica che nel lavoro. Potrei citare come momento felice la mia prima elezione a deputato, pensando a mio padre che non c’era più e a mia zia che mi aveva avviato alla politica. Un momento difficile, invece, fu quando il questore di Padova mi convocò dicendomi che dovevo cambiare università perché non poteva più schierare la polizia per proteggermi quando andavo a lezione. Oggi sembra scontato poter andare all’università nella facoltà e nella città che si preferisce, un tempo non era così specialmente per chi stava a destra. Però forse la soddisfazione più profonda credo sia l’aver avvicinato e fatto appassionare tanti giovani nel corso degli anni, trasmettendo la passione per la politica intesa come desiderio di migliorare le condizioni delle persone.   

Negli ultimi anni invece il nuovo ruolo di Presidente del CdA del MAAP. Un impegno che sta portando avanti con degli obiettivi ben precisi, tra cui un rilancio di immagine che ha visto emergere attività non ovvie. Come procede questa nuova avventura? 

Quando ho accettato questo incarico l’ho fatto con lo spirito di fortissima responsabilità che sento sempre quando ricopro un ruolo pubblico. Non sono venuto qui per apporre solo qualche firma che avvalli decisioni già prese. Nella mia vita non l’ho mai fatto, lo sanno tutti, ad iniziare da chi mi ha scelto per venire a presiedere il MAAP. Il Mercato è un luogo di proprietà del Comune che deve funzionare al meglio e deve essere proiettato verso il futuro, il che significa modernità, efficienza, trasparenza e rispetto delle regole. È questo il compito della parte pubblica, che vuole lavorare insieme a quella privata per far crescere il mercato tenendolo al passo con i tempi. Nessuna delle due parti può pensare di costruire il futuro del MAAP senza l’altra. Viviamo in un’epoca in cui le cose cambiano velocemente e non si può pensare di rimanere ancorati a vecchie logiche che funzionavano in un mondo che oggi non c’è più. Il Mercato di Padova è diventato leader nazionale per esportazione dopo che la politica nei primi anni Novanta impose la direzione, spostando la sede in zona industriale, anche vincendo alcune resistenze degli operatori. Oggi come allora, la visione della Politica e l’esperienza dei grossisti devono fondersi per prendere decisioni che siano rivolte al futuro e non al passato. 

Non dimentica però di offrire attenzione anche ai più fragili: continua l’avventura dell’hub solidale del MAAP che garantisce solidarietà attraverso prodotti freschi e di alta qualità da donare alle Associazioni. 

Da quando sono qui l’azione di solidarietà si è moltiplicata, abbiamo aiutato e stiamo aiutando chiunque ce lo chieda, grazie alla generosità del MAAP come ente gestore e ai singoli grossisti. Siamo anche cresciuti nella qualità, perché la frutta donata è di prima scelta e non di scarto o vicino alla scadenza. L’attività pubblica consiste anche in questo: far interagire il Mercato con la città, una città che ha tante sfaccettature. L’hub solidale è un vanto per tutto il MAAP. Grazie alla generosità dei grossisti e alla rete di associazioni presenti sul territorio, tante persone e famiglie in difficoltà ricevono frutta e verdura di qualità. Collaboriamo tra le altre con il CUAMM, abbiamo sostenuto le iniziative della Lega Italiana Lotta ai Tumori oltre a tante altre associazioni. Il senso della presenza pubblica nel MAAP va anche oltre e cerca di creare connessioni tra il Mercato ed il resto della città: con l’AULSS, ad esempio, siamo riusciti a mantenere un presidio all’interno della struttura ed abbiamo iniziato un percorso di educazione alimentare. 

Tempo libero immagino ne abbia poco, ma quali sono le attività che la fanno rilassare? Dove va per staccare la spina? 

Con l’andar del tempo, “relax” significa staccare da tutto e questa è una cosa che accade principalmente a casa mia. Abito in una casa colonica e prendermi cura del mio orto e del mio parco, alla guida del mio trattore, è la cosa che mi aiuta di più a staccare dal mondo esterno. Seguo molto il calcio anche se non è per forza una cosa che rilassa: la vita del tifoso è fatta di gioie e dolori, c’è poco spazio per la noia e la calma. Quindi diciamo che mi rilasso soprattutto se alla fine della partita l’Inter ha vinto. Ho comunque la fortuna di amare quello che faccio e quindi per me non è un sacrificio seguire le attività in cui mi sono impegnato.

Sono curiosa di sapere: cosa è per lei il successo? 

Per me il successo va declinato in base alle fasi della vita e alle proprie aspettative. Quando ho iniziato a fare politica, il mio successo era quello di ottenere consenso sulle mie idee e poi metterle in pratica. Alla mia età invece il successo inteso come stare sotto le luci della ribalta è una cosa che mi interessa molto meno; anzi, a dire la verità dà quasi fastidio. In sostanza penso che il vero successo di una persona sia l’essere soddisfatto di quello che fa, sapendo di aver dato il massimo possibile.

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