domenica, Giugno 4, 2023

Lorena Cacciatore

«L’esperienza si acquisisce facendo, indipendentemente dal luogo»

Ci suggerisce Lorena.

Le esperienze offrono nuove sfide e i sogni la determinazione per superarle.

Ma poi, alla resa dei conti sono le azioni a definirti; è con il “fare” che diventi la persona che scegli di essere.

Una regola valida tanto nella carriera quanto nella vita, e Lorena l’ha applicata con padronanza, studio e impegno, rinnovandosi da un ruolo all’altro senza mai precludere quanto costruito.

«Mom, Woman, Actress, Feminist, Dreamer of a better world»

Ciao Lorena, mi incuriosisce molto la tua presentazione su Instagram, cito testualmente: «mom, woman, actress, feminist, dreamer of a better world».Ce la spieghi? Sono in ordine di importanza?

La mia presentazione su Instagram è in brevissimo ciò che sono, un po’ come quando ti chiedono di descriverti in tre parole. A livello di importanza si equiparano, una cosa non preclude l’altra; anche se l’essere madre, da 18 mesi a questa parte, inevitabilmente investe tutto di maggiore responsabilità, desiderio, tenacia e forza. Mi piacerebbe che un giorno mio figlio fosse fiero della donna e dell’artista che sono, e mi auguro di avere sempre la forza necessaria per costruirgli attorno un mondo sano, consapevole e rispettoso verso tutti, senza distinzione di genere. Da anni mi impegno nella lotta alla violenza e alle mafie, e per quanto piccolissimo sia il mio contributo, è una goccia fra le tante che mi dà speranza, mi fa credere che un giorno sarà possibile vivere in un mondo migliore. 

E la maternità? Ti ha cambiata?

Ha acuito le mie già conclamate ansie, ma allo stesso tempo mi ha resa più forte di prima. Mio figlio è una benedizione del cielo, l’ho atteso e voluto da sempre. È arrivato al momento giusto e soprattutto con la persona giusta.

Io sono stata fortunata, perché accanto ho un uomo consapevole del suo ruolo e delle sue responsabilità; Federico è il miglior padre che potessi desiderare per Edoardo. Mi sostiene in tutto.

Diventare mamma è meraviglioso, ma è un momento difficile per una donna.

La stanchezza e le notti insonni sono pressanti immediatamente dopo il parto, ma anche nei periodi successivi è fondamentale avere accanto qualcuno che abbia una lucida gestione dell’impegno di essere genitore. Penso alle tante mamme lasciate da sole e prego per loro affinché si possa fare qualcosa di concreto per aiutarle e sostenerle.

Hai fatto parte del cast di moltissime fiction e pellicole italiane davvero amate dal pubblico, riscuotendo pressoché in ogni occasione anche il favore della critica. Pensi che questo successo sia dovuto alle solide fondamenta dell’esperienza in teatro?

Credo che lo studio premi sempre, come in tutte le cose. Nonostante io non abbia completato il triennio alla Silvio D’Amico [NdR ~ Accademia Nazionale d’Arte Drammatica] mi sono sempre impegnata, studiando e dando il massimo in ogni situazione.

Il teatro è il sacro luogo dove si celebra la mia arte, ma ho imparato una cosa: l’esperienza si acquisisce facendo, indipendentemente dal luogo. Credo che l’attore sia un artigiano, il suo verbo per eccellenza è “fare”: se studia e fa, significa che sta svolgendo bene il suo mestiere. 

Ma ora, cinema o teatro? Quale dei due ami di più?

Essendo Edoardo ancora molto piccolo, il teatro per adesso è lontano dalle mie priorità. L’ho sempre amato moltissimo e sarà sempre il mio primo amore, cui fanno seguito il cinema e la tv. Ma ora la mia priorità è continuare a lavorare e crescere mio figlio e so bene che le tournée renderebbero la cosa insostenibile sia per lui che per me.

Hai sempre dichiarato il tuo fervente amore per Palermo, la tua città natale; ma cuore e lavoro ti hanno portata lontano. Cosa ti manca di più?

Apprezzo Palermo molto più adesso, passati vent’anni, che prima quando ci vivevo. Ma credo sia così per tutti i cosiddetti “fuori sede” che da lontano sentono più forti le loro radici.

Le tradizioni religiose, culturali e ovviamente gastronomiche sono parte del mio bagaglio personale; insieme a tutti quei colori che adesso riconosco più vividi e che mi fanno innamorare sempre di più ad ogni mio ritorno.

È una città bellissima. Complessa ma bellissima.

Nel mio mondo figurativo Palermo è una meravigliosa signora di mezz’età, un po’ snob ma piena di vita, martoriata dalle esperienze amorose ma ancora con il desiderio di trovare il grande amore. 

Mantieni sempre accesi i rapporti con la tua famiglia di origine? 

Ovviamente sì, la famiglia per me è sacra. I miei genitori vivono con me e Federico da 18 mesi: mi danno una mano con il piccolino perché ecco… a proposito di ansie, l’idea di lasciarlo ad un estraneo, per quanto fidato, non mi fa stare tranquilla mentre sono a lavoro. Ma in estate torniamo tutti giù dai fratelli, nipoti, zii, cugini… siamo un’infinità come i Minions!

Qualche anno fa hai dichiarato che l’amore (in particolare quello del tuo attuale compagno) ti ha letteralmente salvata. Hai voglia di spiegarci cosa è successo? 

In diverse fasi della vita ho attraversato notti profondissime e molto lunghe. E chi ne ha subito di più è stato “il luogo più bello in cui ognuno di noi possa abitare”, il corpo.

Mi sono fatta male da adolescente vivendo l’anoressia come una conquista, capendo solo più tardi che invece era preludio di morte.

Mi sono fatta male da adulta, quando a un certo punto, come reazione ad un amore malato da poco concluso, il mio corpo ancora una volta ha subito il martirio. Stavolta la bulimia.

Mangiavo quantità di cibo sconsiderate per poi vomitarle e fare ore di attività fisica per compensare, o almeno così credevo. Mi svegliavo tutte le mattine alle 5 per fare 200 addominali, 200 Squat e 200 piegamenti, per poi tornare a dormire e svegliarmi alle 8 e iniziare la giornata fatta di altri allenamenti, inviti che rifiutavo e cibo, tantissimo cibo che mangiavo di nascosto. Per questo motivo era difficile che frequentassi qualcuno, non volevo essere giudicata e a dirla tutta nemmeno salvata.

Federico è stato il mio faro nella notte. Non è entrato nella mia vita per cambiarla, giudicarla, o fare chissà quale altra attività filantropica. È entrato nella mia vita per esserci. Per farmi ridere, parlare, giocare, piangere senza che tutto questo potesse comportare l’inevitabilità di un giudizio da parte sua. È una persona incredibilmente sensibile e intelligente.

Lui mi ha semplicemente capita. Ha capito che aprirmi non era facile ma che poco alla volta l’avrei fatto. Ha capito che malgrado io pensassi di non voler essere salvata, in realtà stavo cercando uno spiraglio da cui far entrare un po’ di luce, e un po’ alla volta, piano piano, sostituire quella interminabile notte con tanti meravigliosi giorni da vivere insieme. 

C’è un personaggio tra tutti quelli che hai interpretato che ami più degli altri? E quale invece ti piacerebbe interpretare nel prossimo futuro?

Non mi affeziono troppo ai miei personaggi. O meglio, li amo incondizionatamente nel momento in cui li vivo, ma quando vanno via non li richiamo mai alla memoria, non li faccio entrare nella mia quotidianità, perché la loro occasione per esserci e per compiersi in tutta la loro bellezza è passata. È giusto che diano spazio agli altri che verranno e soprattutto che diano spazio a Lorena. Per il futuro mi auguro di interpretare un bellissimo ruolo in un bellissimo film. Uno di quelli speciali, che io stessa amerei vedere tante e tante volte. 

Foto: Igor Gentili

Stylist: Sara Leoni

Stylist assistant: Helen Forziati

Dress: Antonio Martino Couture

Hair: Giuseppe Tessier, Eleonora Tessier, Tessier Hairdresser

Make up: Micaela Ingrassia

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