martedì, Ottobre 3, 2023

L’importanza di vederci chiaro

Nati alla fine del 1200 per aiutare a correggere la vista di letterati, studiosi e amanuensi, sono col tempo diventati oggetti dal design iconico e inconfondibile. Tanto che qualche celebrità (e non solo) li indossa esclusivamente per darsi un tono.

Senza voler scomodare Archimede, al quale dobbiamo i primi studi sulla legge della rifrazione, o Seneca e Nerone, entrambi affetti da fastidiosi difetti visivi che comportavano l’utilizzo di correzioni, possiamo riconoscere il primo antesignano degli occhiali nella lapides ad legendum (pietra da lettura) che si componeva di piccole cupole di quarzo o cristallo di rocca poggiate sulla superficie da leggere. La scoperta è attribuita a un monaco italiano che, come da prassi per quell’epoca, trascorreva curvo sui libri gran parte della sua esistenza. 

Ma l’oggetto occhiale per antonomasia compare alla fine del XIII secolo, quando due vetri convessi che consentivano di ingrandire la visione da vicino, furono uniti da una stanghetta curva che permetteva di tenerli in bilico sul naso. Intuizione piuttosto scomoda se pensiamo alle innovazioni moderne, ma decisamente un colpo di genio per chi fino ad allora non poteva leggere, calcolare e scrivere senza avere le mani occupate per sorreggere lenti di varia fattura. 

Da qui “bastano” circa cinquecento anni e un paio di astine da appoggiare alle orecchie per trasformare gli occhiali da oggetto d’élite a prodotto di massa; complice forse la produzione industriale che li rende abbastanza economici da trasformarli in dispositivi “indispensabili” per la quotidianità.

Negli anni ’90 grazie ad Armani e Luxottica — di proprietà del nostro compianto conterraneo d’adozione Leonardo Del Vecchio (R.I.P.) — l’occhiale si tramuta da dispositivo esclusivamente sanitario ad accessorio fashion, vero e proprio tocco di classe che si distingue in base alla personalità del portatore.

Questo straordinario oggetto di design è diventato tanto rilevante all’interno del look che oggi la sua funzionalità correttiva diventa per alcuni quasi superflua. Si sceglie un modello per divertimento, per apparire più intellettuali, più stilosi, più sensuali. 

E fidatevi, chi ha qualche difetto visivo da correggere approfitta molto volentieri del profilo glamour che ha assunto questo accessorio.

Sorvolando sull’importanza di vederci chiaro, che rimane decisamente la faccenda più rilevante, il mix di geometrie e palette ha dato vita negli ultimi decenni a un design che può accontentare tutti i gusti e tutti gli stili. 

Sagome vintage, futuristiche, genderless permettono di vedere il mondo con occhi nuovi: forme del passato abbinate a cromie inedite; profili aviator proposti con materiali attuali e traslucidi; montature oversize metalliche e sottili o con volumi importanti in acetato bold; fantasie all’avanguardia poste su montature dalle forme classiche. 

Poi c’è l’ultimo ritrovato tecnologico che metterà d’accordo veramente tutti: gli occhiali da sole con lenti trasparenti. Il trucco c’è ma non si vede, perché oltre a donare un look intellettuale (durante serate chic, in spiaggia o in sala riunioni) schermano i raggi dannosi esattamente come facevano nel ‘700 i vetri da gondola.

[riquadro di approfondimento]

VETRI DA GONDOLA

Occhiali da sole studiati nel ‘700 dai maestri del vetro di Murano e utilizzati dai signori che spesso si spostavano in gondola. Muniti di lenti di vetro verde, tipico della Serenissima, si è scoperto durante recenti analisi che schermavano in modo formidabile i raggi UV e proteggevano dal riverbero del sole sulle increspature dell’acqua dei canali, ovviamente donando un aspetto a dir poco all’avanguardia e chic a chi li indossava.  

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