Poche camere, tanta pace.
C’è chi il villaggio non lo ama perché si sente una pecora indirizzata verso le attività schedulate, chi non vuole la grande struttura alberghiera con tanti posti letto perché si sentirebbe un numero, chi non vuole gli hotel diffusi perché li trova dispersivi. E, per contrappunto, c’è chi alla maestosità di un edificio preferisce la tranquillità e la privacy di un piccolo rifugio. Ancor più che boutique hotel, potremmo definire queste piccole oasi dell’ospitalità delle chicche.

Trovare posto non è facile perché appunto sono presenti poche camere, ma se si trova e si riesce a prenotarvi un soggiorno, la vacanza promette molto: in primo luogo la scoperta di un esclusivo tesoro dedicato agli ospiti, antico o moderno che sia. Questa volta voglio parlarne in prima persona, raccontare un’esperienza vissuta.
Nella prima chicca ci andai alcuni anni fa. Durante una fuga a due, conobbi anche Jury Chechi e sua moglie Rosa che insieme a noi soggiornavano in un piccolo gioiello, lo Chalet MasoDoss in Trentino. Una baita che ricorda il mondo di Heidi, letteralmente sospesa sopra al fiume, e con il manto di neve a vista d’occhio. Era inverno, ma in estate ha lo stesso fascino perché nei dintorni selvaggi e bellissimi gorgogliano molti corsi d’acqua.
Il ricordo è dolce. La grande stanza comune dominata dal camino. L’aperitivo insieme agli altri pochi ospiti seduti sul divano intorno al focolare, la cena con i gusti della montagna. E la notte che profumava di stelle e flora viva.

Dodici posti letto, una sauna, un ponticello che conduce alla fiaba, i percorsi di trekking in piano e in salita, il bosco genuino, fresco e avvolgente: il Maso Doss alle porte di Madonna di Campiglio rimane un’esperienza da narrare.
Nella stessa regione, quando andavo a caccia di piccole strutture da raccontare, ho visitato a Cogolo di Pejo lo Chalet Alpenrose, bio wellness naturhotel. Ci arrivai di notte, con alcuni amici. Ad accoglierci sulla strada un branco nutrito di cervi e cerbiatti. L’interno è caldo, una vera e propria casa accogliente, condotta dalla famiglia Dossi.
Qui, raccontano Tiziano, Martina e Stefanie, bisogna dimenticare i cellulari e godersi le esperienze da loro formulate che rinviano ai quattro elementi, attraverso la natura semplice e vera.

Qui, dice il proprietario, non trovi la piscina ma puoi immergerti nei laghi di montagna e puoi sentire il profumo intenso dei larici e degli abeti del Parco Nazionale dello Stelvio. Ricordo il senso di benessere nel sentirsi a casa, e il silenzio. Quel silenzio fatto di piccoli richiami d’amore degli animali, di fruscii di foglie, di tintinnii dell’acqua tra i sassi di un torrente. Soprattutto ho apprezzato la cucina, così ricca di gusto e ricercata allo stesso tempo.
Un viaggio nei sapori l’ho potuto fare anche in una terza chicca: al Musa, questa volta a Sala Comacina, sulla sponda occidentale del lago di Como.
Si tratta di un hotel con dodici stanze, ma da cinque stelle. Romantico, piccolo, raccolto e con una vista mozzafiato. Le caratteristiche lo rendono perfetto per una fuga romantica, ma anche per un soggiorno enogastronomico o di fine dining. Nonostante le dimensioni ridotte, qui non manca niente; sono offerti servizi come piscina panoramica, sauna, giardino e palestra fitness. Bellissimo il trasferimento con barca privata, magari con un motoscafo Riva, a ricordare i tempi della dolce vita. Una volta era un tre stelle famoso per la cucina, oggi continua la tradizione del gusto ma con una marcia in più. Proprietaria una coppia australiana che si è innamorata del luogo e si è trasferita con un nuovo progetto di vita.

Insomma, a un universo turistico che punta ai grandi numeri, che ha in maniera differente i suoi vantaggi, si contrappone un mondo di piccole dimensioni, ma di grandi spazi esterni e di innumerevoli attenzioni. Chicche vere e proprie in cui la natura è protagonista. Vissuta da un piccolo guscio spalancato sulla vita, sulla pace e sulle emozioni più intime.