Fateci caso…
La Storia antica si narra utilizzando i termini “a.C. e d.C.” (veneti e toscani non fraintendano).
La Storia moderna viene narrata riferendosi al “pre” e “post” rivoluzione industriale.
La Storia recentissima, invece, è narrata con una terminologia del tutto originale: “p.d.c.” e “d.i.c.”, ovvero prima del COVID e dopo il COVID.
In questa apparentemente ingenua differenziazione di senso pratico, si nasconde a parer mio qualcosa di molto più profondo e preoccupante, ovvero il fatto che la stragrande maggioranza di noi (più o meno consapevolmente) propende nel ritenere che nulla tornerà più come era la vita prima della pandemia.
In effetti se decidessimo di osservare la nostra Storia recentissima con la lente dello storico, va registrato che in appena tre anni l’umanità ha dovuto affrontare: prima la tristemente nota emergenza mondiale del virus, poi una nuova e altrettanto grave emergenza climatica (siccità), poi ancora una nuova e pesante emergenza economica, a seguire lo spettro di una emergenza nucleare (conflitto Russia/Ucraina), infine un’emergenza energetica senza precedenti, apparentemente come conseguenza legata alla succitata guerra, ma in realtà figlia soltanto di una delle più spregiudicate speculazioni dal dopoguerra ad oggi e perpetrata a nostro danno.
Se prestate attenzione, tra questi eventi internazionali drammatici — queste crisi energetiche, queste discutibili transizioni ecologiche spinte e quasi imposte con inspiegabile prepotenza (vedi il caro carburante), l’evidente fragilità politica dell’Europa, l’aumento generalizzato del costo della vita, i continui fantasmi agitati su nuove pandemie, eccetera — la gente cosiddetta comune ha raggiunto livelli tali di frustrazione da essere sostanzialmente andata in tilt. Da qui il crollo delle nascite, l’arresto dei consumi, l’impennata di omicidi e suicidi.
Stiamo cambiando tutti, e quel che è più surreale… siamo talmente disorientati dalla quantità di eventi che ci stanno precipitando sulla testa, che stiamo accogliendo queste situazioni come fossero normali, quindi senza opporci, senza stupirci o ribellarci…
Siamo tutti vittime del mainstream, o se preferite delle cosiddette armi di distrazione di massa. Quindi tra zingare ladre-borseggiatrici invitate nelle trasmissioni, che si atteggiano a star vantandosi del loro disonesto “lavoro”, tra festival della musica italiana all’insegna del cattivo gusto e della mediocrità delle canzoni, ecco che sotto le mentite spoglie del cosiddetto linguaggio politically correct, sotto l’irruente (e talvolta prepotente) accettazione di una artefatta società fluid gender (che vorrebbe imporci d’imparare a vivere accettando qualsiasi minchiata o porcata estetica nel nome di un pseudo-modernismo cosmopolita), la tanto acclamata società civile sta ormai abdicando ad una nuova società, basata sul cattivo gusto, serva della farina d’insetti e bistecche di carne artificiale, oltre che di mille altre assurdità partorite dal cosiddetto parlamento europeo.
Sì, è così.
Si sta spegnendo la società che vale; quella ormai diventata quasi timorosa di esprimere la bellezza estetica di una vita “meravigliosamente normale”; quella ormai stuprata in ogni modo dalla droga del sensazionalismo trasgressivo spinto agli estremi e che oltretutto, essendo diventato quasi regola, non è più neppure meritevole della definizione di “trasgressione”, visto che per definirsi tale dovrebbe essere eccezione e non regola (a parer mio).
Recentemente è emerso che la profezia Maya per un errore di traduzione non si sarebbe manifestata nel 2012 ma circa 10 anni più tardi.
Se fosse vero, ora siamo in ballo… e sono cavoli amari.
Se non fosse vero, allora siamo stati così imbecilli da aver permesso una trasformazione del mondo tanto orribile da aver reso reale una profezia inesistente.