Imprenditrice, manager, designer, modella. Una fusione di capacità e attitudini che la vita non offre senza la volontà di afferrarle. Giada Chen racconta a VPOCKET il “dietro le quinte” della sua vita, le emozioni e le motivazioni che ogni giorno le permettono di realizzarsi.
Ciao Giada! Partiamo dalle origini: raccontaci dove sei nata e come è stata la tua vita ai tempi dell’infanzia.
Ciao! Sono nata a Bologna da una famiglia di ristoratori. I miei genitori si sono conosciuti in Italia durante una vacanza, è sbocciato l’amore, e da quell’amore sono sbocciata io.
Fino all’età di 6 anni ho vissuto in Cina insieme ai miei nonni. Con loro ho imparato la lingua e molti aspetti della cultura cinese. Mi hanno sempre trattata come fossi loro figlia.
Poi i miei decisero di riportarmi in Italia ed è in quel momento che li ho conosciuti per la prima volta. È stato un impatto forte perché non avevo mai vissuto prima di allora con delle persone sconosciute. Ci è voluto un po’, ma piano piano mi sono abituata alla loro presenza e ai loro ritmi.

Da quel momento sono cresciuta nella zona altoatesina, dove i miei gestivano diversi business, tra cui quello della ristorazione.
I miei genitori sono due grandi lavoratori e fin da piccola non hanno mai avuto gran tempo per me. Ricordo che la mattina mi preparavo il latte da sola e andavo a scuola per conto mio.
Non li ho mai visti farsi un weekend o chiudere un giorno le loro attività e questo mi ha portata alla disillusione totale di quell’età. Sapevo che ogni cosa era frutto di sacrifici e che non avrei potuto desiderare ciò che vedevo negli altri bambini: dalle banalità come le carinerie delle merendine preparate a casa per la ricreazione, ai compiti corretti, alle gite fuori casa.
Questo mi ha indotta ad avere la loro stessa attitudine, tanto che ho scoperto il mondo del lavoro già da piccola.

Ora, quando e dove ti senti a casa?
Non ho ancora trovato il posto dove mi possa sentire realmente a casa senza la voglia di fuggire, ma penso che casa sia quel posto dove ti senti sempre accolto, supportato e mai giudicato. Non è una sensazione che ho provato spesso nella mia vita, ma è una sensazione che conosco e che ho vissuto nel periodo in cui ero fidanzata. In quei momenti non sentivo la necessità di fare mille cose o andarmene chissà dove, trovavo appagamento nelle piccole cose.
Ultimamente ho ritrovato la serenità con i miei genitori; in un certo senso mi sento un po’ più a casa quando sono con loro.
Non sei solo una modella bellissima ma ti occupi di varie attività professionali: imprenditrice, manager, designer; hai fatto la reporter. Come fai a conciliare tutto?
Sì, diciamo che la carriera da modella è nata verso i miei 16 anni, quando ho cominciato a fare le mie prime sfilate e la prima comparsa in Vogue pochi anni dopo. A dire la verità non l’ho mai vissuto come obiettivo di vita, piuttosto come un veicolo per pagarmi gli studi oltre il lavoro che avevo già.
Credo moltissimo nelle potenzialità delle persone e penso che tutto sia possibile, partendo dalla mia esperienza personale dove sono stata privata — tra virgolette — delle possibilità, ma che poi grazie a tanti fattori sono arrivate lo stesso.
La mia carriera lavorativa è cominciata molto presto e questo mi ha permesso di imparare molto ed avere il curriculum che ho oggi.
Sono sempre stata abituata alla pressione sia per l’imprinting dei miei genitori che per la mia attitudine. Questo mi porta ad avere un’efficace gestione del tempo, nonostante a volte debba mettere avanti questioni lavorative a quelle personali.
Ci sono delle esperienze lavorative che ti hanno insegnato qualcosa di speciale?
Sicuramente sì, mi ritengo di avere molto know-how sotto diversi aspetti professionali per la mia età.

Le persone comunemente iniziano il percorso universitario, lo finiscono e poi cominciano a lavorare magari con uno stage; io per mia fortuna/sfortuna ho saltato sempre tutti questi passaggi perché studiavo mentre lavoravo. Ho imparato come funziona una vendita all’ingrosso, un’importazione, un’acquisizione, un bilancio, l’uso di strumenti bancari e finanziari.
Ogni esperienza lavorativa che ho vissuto ha arricchito il mio bagaglio personale e professionale, a partire dal mio primo incarico al Casinò di Venezia per arrivare ad oggi come imprenditrice di me stessa.
La vita da modella mi ha dato la sicurezza personale e i miei primi guadagni, mentre i miei anni da export manager mi hanno forgiata a livello professionale;
esplorare il mondo in posti estranei, conoscere i business dei clienti, avere un’esperienza internazionale e stare in contatto con persone di tutto il mondo è sicuramente stimolante oltre che essere la migliore scuola di vita.
Sappiamo che hai creato una linea beachwear e borsette di alta fascia, ce ne vorresti parlare?
Sì, durante il periodo in Messico io e la mia socia abbiamo deciso di creare una linea dal nome “Bella Studio” ispirata alle texture di natura quotidiana, infatti tra le fantasie troviamo disegni iconici e colori sgargianti. Attualmente è in vendita in diversi Store tra Mexico City, Tulum e Cancún, ma l’intenzione è quella di ingrandire il mercato portandola anche in Europa e successivamente in Asia.
Per quanto riguarda le borse quest’anno ho realizzato la collezione “Giada Chen per Abeille Allegra”: si tratta di pezzi unici, realizzati in Svizzera con pelli raffinate di Coccodrillo e Struzzo, impreziositi da gioielli e diamanti. Ogni pezzo è davvero pregiato ed è dedicato ad un target di alto profilo, principalmente Arabia Saudita, Qatar e tutto il Medio Oriente.
Quali sono le tue passioni al di fuori del mondo fashion?
Mi appassiona la geopolitica. Leggo molti notiziari e li ricollego alla storia che alcuni paesi hanno dovuto affrontare negli anni. Mi interesso allo stesso tempo di economia, correlata soprattutto alle notizie d’attualità che stiamo vivendo in questo particolare periodo storico.
Faccio anche volontariato quando il tempo me lo permette;ad esempio supportando un’associazione, di cui faccio parte, nell’insegnare l’italiano o l’inglese ad una classe di ragazzi stranieri. Penso che per quanto possibile sia bello dare un contributo al prossimo.

Al di là di questa facciata da “nerd” c’è anche un’anima più normalizzata che ama la montagna, le cene con le amiche e giocare a scacchi… ah quasi dimenticavo che adoro cantare, nonostante abbia constatato di non essere Beyoncé!
Tu che hai girato il mondo in lungo e in largo, hai un posto preferito?
Ho due posti che mi sono rimasti nel cuore.
La Finlandia, perché amo la neve ed esserne ricoperta mi fa impazzire; mettere i moon boots, vestirmi come l’omino Michelin sotto una nevicata è davvero speciale. Quella sensazione mi ricorda qualcosa di genuino, estraneo a tutte le influenze sociali del giorno d’oggi. È una sensazione che non si può comprare.
Poi c’è l’Africa. Vedere come sorridono le persone che non possiedono nulla è meraviglioso e magico. Vivere nella semplicità della natura esprime l’esempio perfetto di chi è felice per quel che ha.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
I miei sogni nel cassetto si rinnovano ogni 3 anni: da quando avevo 15 anni mi prefiggo degli obiettivi periodici e li porto a compimento (anche se a volte succede che alcuni si accavallano tra loro).
Il progetto che ho al momento in cantiere è molto ambizioso ma non posso ancora condividerlo.

Sul privato invece mi piacerebbe sposare un uomo che stimo ed avere una famiglia unita che si sostiene in tutto e per tutto.
Che progetti hai per il tuo futuro, e come ti vedi tra 10 anni?
Tra 10 anni mi vedo ancora più saccente… No scherzo! Sicuramente più matura, più empatica, perché negli anni ho scoperto il mio lato sensibile; vorrei essere più stanziale dopo aver raggiunto i miei obiettivi lavorativi e vedere cosa succederà con la creazione della famiglia.
PH © Filippo Avandero
Retoucher Dana Retoucher
Hairstyle LN Maison Beautè
Make up Vania Cesarato
Outfit Giorgio Armani