Ciao Francesca, abbiamo letto che la tua prima volta su un palco è stata a otto anni. Ci racconti com’è andata?
A otto anni salii su un palco per puro caso; è stato in occasione di una recita scolastica nel teatro di quella che poi sarebbe diventata la mia scuola media. Alla fine dello spettacolo chiamavano a caso dei bambini dalla platea per ripetere delle battute. Nonostante fossi timida, ricordo ancora il mio forte desiderio di essere scelta; e alla fine accadde, salii su quel palco.
Con il senno del poi penso che il caso abbia mosso molte cose nella mia vita.

Che genere di esperienze teatrali hai fatto prima di arrivare sugli schermi italiani (e non solo, dato che la serie sta andando in onda anche all’estero)?
Il teatro è per pochi ed è un mio pensiero. Ho frequentato un corso teatrale in contemporanea con i primi anni di liceo. Mi hanno subito affidato ruoli come Giulietta e Nina nell’opera teatrale Il Gabbiano di Čechov. Il teatro mi ha cambiata profondamente. È stata una grande palestra per il cinema e per la televisione. Ora frequento l’università DAMS, continuo a studiare teatro e drammaturgia, oltre che cinema.
La tua famiglia ti sostiene in questo percorso professionale? Che rapporto hai con loro?
La mia famiglia è stata importante, lo è tutt’ora e lo sarà per sempre. Ricordo ancora mamma e papà quando mi accompagnavano ai primi provini. I genitori sono forse le prime persone che credono in noi e ci sostengono. Loro sanno fin da subito che con l’impegno, lo studio, la dedizione e la perseveranza, possiamo raggiungere i nostri obiettivi.
Ho un bellissimo rapporto con mia sorella e mio fratello — litigi annessi, come è giusto che sia. Ho vent’anni ma sono già zia di tre nipoti: Nicola, Alfredo, Leonardo. Sono meravigliosi, sono così fortunata.

Hai dichiarato che tu fossi destinata al ruolo di Elisa nella terza stagione dell’Amica geniale: quanto c’è di te in quel personaggio?
Ho sempre detto e continuo a sostenere che io ed Elisa abbiamo un incanto nello sguardo, quella voglia di innamorarci, di vedere tutto con occhi sognanti. La meraviglia di emozionarsi per le piccole cose. Sempre, anche da adulti. Troppo spesso tendiamo ad accantonare questa sensazione, quando invece quella voglia di “fare un sussulto” dovrebbe sempre rimanere viva dentro di noi. Dovremo reimparare dai bambini in questo. È una cosa che ho riscoperto nei panni di Elisa e accentuato nella mia vita.
Quando la scelta per questa interpretazione è ricaduta su di te, l’hai vissuta come un fulmine a ciel sereno o il coronamento di una lunga ricerca?
Forse entrambe. Tutto è successo in due settimane, non ho neanche avuto il tempo di ragionarci e di metabolizzare perché passavo dal ripetere la scena allo studiare per la maturità. Quando ho avuto la notizia ero pronta a mettermi in gioco, a dimostrare quanto fossi pronta e meritassi quel “sì”.

Immagino che la tua quotidianità sia cambiata in men che non si dica. Ci racconti la tua giornata tipo prima e dopo il provino per il ruolo di Elisa?
Sostanzialmente non ho una giornata tipo. Prima di Elisa ero una studentessa liceale, adesso sto per iniziare il secondo anno universitario, ho più responsabilità tra lavoro e studio, ma mi piace essere piena di cose da fare. Quello che non può di certo mancare nella mia giornata tipo è la colazione, senza la quale non carburo; non farla mi mette proprio di cattivo umore.
E ora che le riprese sono terminate stai studiando per sviluppare le tue conoscenze. Quali sono i tuoi obiettivi?
Studio all’università di Salerno, amo la cultura. Vorrei un giorno diventare una regista e una sceneggiatrice. Voglio studiare, appassionarmi, viaggiare, vedere tanti film e seguire il mio istinto.
I miei obiettivi? Fare cinema per il resto della vita, condividerla con il pubblico e con le persone che amo.
La terza stagione della serie si svolge negli anni ’70 e inevitabilmente si parla anche di emancipazione femminile. Nell’epoca in cui vivi nelle vesti di giovane donna, credi che le aspirazioni di quel tempo siano state raggiunte o c’è ancora da lavorare?
Gli anni ’70 sono stati una vera e propria rivoluzione, a livello politico ed economico. E sono stati anche gli anni del cinema del “reflusso”, ad esempio. Le donne dell’epoca hanno messo le basi e ottenuto risultati eclatanti. Mi piange il cuore sapere che in America ancora oggi ci sia un grande caos per la questione del diritto all’aborto, che non riguarda soltanto le donne americane ma le donne di tutto il mondo. Non dobbiamo arrenderci, dobbiamo continuare a lottare per ciò che ci spetta per natura, così come spetta agli uomini. Noi donne dobbiamo attuare il cambiamento; anzi, dobbiamo riconoscere che il cambiamento siamo proprio noi nel nostro modo di essere.

Ma raccontaci di te fuori dagli schermi: quali sono i tuoi passatempi? Cosa fai nei periodi di relax?
Amo tanto stare con gli amici e con la famiglia. Quando sono sola mi piace essere attiva, sentirmi libera di fare ciò che mi fa stare bene. Libera di meditare, correre, fare shopping, ascoltare musica, leggere libri e guardare film. Mi piace tanto scrivere… per me stessa al momento. Magari in futuro vorrei anche condividere qualcosa.
Dove sarà e cosa farà Francesca tra dieci anni?
Tra dieci anni vorrei essere una donna realizzata. Vorrei essere la Francesca che sogno ora, quella che vede ancora il mondo con lo sguardo di bambina ma ha costruito una carriera da attrice, regista e sceneggiatrice. Tra dieci anni spero di aver trovato la “mia persona”.
Credit: Imma Petricciuoli & Paola Esposito Mocerino