domenica, Settembre 24, 2023

Edmondo Bacci. L’energia della luce

Quando si apre una mostra alla Collezione Peggy Guggenheim segno sempre in agenda le date della durata dell’esposizione per assicurarmi di non perderla. Questo perché le mostre temporanee a Palazzo Venier dei Leoni sono un appuntamento fisso per gli amanti dell’arte contemporanea, non solo perché creano l’occasione per rivedere i capolavori della collezione permanente (che sono sempre magnifici), ma anche perché ci permettono di conoscere meglio gli artisti che al tempo la collezionista e mecenate statunitense supportava e promuoveva con passione.

Dal primo aprile e fino al 18 settembre è in corso l’esposizione Edmondo Bacci. L’energia della luce, la prima e più completa personale che la Collezione Peggy Guggenheim dedica all’artista veneziano.

Il momento centrale del percorso artistico di Bacci è sicuramente quello degli anni Cinquanta, quando la città lagunare diventa uno dei centri culturali più vivaci d’Italia grazie alla presenza di intellettuali, galleristi e personaggi di spicco che trovano a Venezia la loro dimensione ideale. 

È qui che nascono prestigiose collezioni come quella di Vittorio Carrain e di Peggy Guggenheim, che dal 1948 sbarca in città con l’Espressionismo astratto americano. 

La fortuna di Bacci è legata non solo a questa donna straordinaria ma anche a Carlo Cardazzo, elegante collezionista e proprietario della Galleria del Cavallino che ha organizzato diverse mostre dell’artista veneziano, procurandogli molti successi e riconoscimenti internazionali.

Michael Biasi

La mostra

La mostra Edmondo Bacci. L’energia della luce a cura di Chiara Bertola è l’omaggio a un artista che attraverso il colore è riuscito a evocare luce e spazio.

Ottanta opere, molte delle quali mai esposte prima, sono la chiave per entrare nel mondo della poetica di Bacci, artista che ha catturato insieme a pochi altri italiani l’attenzione dell’“ultima dogaressa”. 

«C’è una veggenza nel colore il quale esplode in tutta la sua gioiosa ebrezza… potrei suggerire Kandinsky per un’uguale potenza poetica».

Peggy Guggenheim

Il percorso espositivo si snoda tra le sale della Collezione Peggy Guggenheim a partire dalla prima sezione, intitolata Fabbriche. I lavori di questo ciclo sono realizzati tra il 1945 e il 1953 e sono ispirati all’area industriale di Porto Marghera. Prive di colore, queste opere si presentano come imprevedibili geometrie bianche e nere, che alternano zone di luce al nero delle tenebre.

È intorno al 1952-53 che inizia a intravedersi il colore e a delinearsi il linguaggio artistico di Bacci, che a partire dall’anno successivo si dedica alle Albe, altra sezione della mostra. 

Edmondo Bacci, Alba #1 (Avvenimento #14), 1954, tempera grassa su tela, 70 x 90 cm. Collezione Marco Baldi, Fucecchio (FI)

Potremmo individuare nell’alba il momento fondativo della sua pittura coloristica: è appena avvenuto un “evento di luce” che ha dato forma e reso visibile e concreta ogni cosa. 

Nascono così gli Avvenimenti, dipinti tra il 1953 e il 1958, scaturiti dall’incontro di colori, dalle atmosfere della laguna e dalle trasparenze dell’acqua. Qui vengono abolite le geometrie ed emerge un suo graduale avvicinamento all’arte Informale; talvolta, al colore Bacci mischia materie solide come sabbia o terra, che insieme all’acqua, al fuoco e all’aria – tutti elementi percepibili nelle sue opere – trasmettono pura energia.

Edmondo Bacci, Senza titolo
Edmondo Bacci, Senza titolo, 1953 c., tempera, pastelli e carboncino su carta, 34,5 x 45,5 cm. Archivio Edmondo Bacci, Venezia

Siamo negli anni in cui Lucio Fontana opera nell’ambito dello Spazialismo e coinvolge tutti quegli artisti che, alla ricerca di nuove forme espressive, sono orientati al superamento dell’arte figurativa. Bacci è tra questi e si trova in una delle città che accoglie maggiormente questa nuova tendenza artistica: la fertile e propositiva Venezia. 

Iniziano così per Bacci gli Anni della Sperimentazione, che occupano un’intera sezione di questa mostra: l’artista avvia un nuovo percorso di ricerca, rispondendo agli stimoli che arrivano dalle coeve esperienze artistiche che lo sollecitano a trovare soluzioni inedite e a mettersi alla prova nell’uso di nuovi materiali extra pittorici come polistirolo, acciaio, carte bruciate, carte argentate, legno, cartone e stoffa, tutti elementi appartenenti alla vita quotidiana. 

Edmondo Bacci, Senza titolo, 1962 c., tempera e carboncino su carta, 46 x 63 cm. Archivio Edmondo Bacci, Venezia

Dopo aver attraversato la sezione dedicata agli inediti Disegni e carte bruciate dell’artista veneziano, si giunge all’ultima stanza della mostra, che è di grande impatto visivo non solo per il sorprendente confronto tra due capolavori distanti nel tempo ma anche per la luce che permea le due tele: Il giudizio finale di Giambattista Tiepolo (1730-1735 c.) dialoga con Avvenimento #31-A (Esplosione) (1967) di Bacci.

Artista veneziano timido e schivo, Bacci ha trovato in Peggy Guggenheim una sensibile mecenate che ha intuito come, dietro quel temperamento mite, si celava un grande artista dalle personalissime eruzioni cromatiche.

Peggy Guggenheim a Palazzo Venier dei Leoni con, alle spalle, Avvenimento #292 (Incontro) (1961 c.), Venezia, anni ’60. Fondazione Solomon R. Guggenheim, Foto Archivio Cameraphoto Epoche, Donazione, Cassa di Risparmio di Venezia, 2005

L’artista

Edmondo Bacci nasce nel 1913 a Venezia dove diventa allievo del maestro Virgilio Guidi, che influenza in modo significativo il suo stile e la sua poetica. Agli studi l’artista associa la passione per l’arte moderna e in particolare per il colorismo luministico delle opere di Giovanni Bellini, Giorgione e Giambattista Tiepolo che incidono molto sul suo lavoro. Nel 1945 tiene la prima personale alla Galleria del Cavallino di Venezia e, grazie al gallerista Carlo Cardazzo, entra in contatto con lo Spazialismo milanese di Lucio Fontana. 

Nel 1948 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia e da allora viene regolarmente invitato alla manifestazione lagunare. Verso la metà degli anni Cinquanta Peggy Guggenheim resta affascinata dall’uso intenso del colore di Bacci, tanto che diventa attiva sostenitrice del suo lavoro.

© Edmondo Bacci. L’energia della luce, 1 aprile–18 settembre 2023. Collezione Peggy Guggenheim. Photo Matteo De Fina

Dopo un’importante personale alla Galleria del Cavallino nel 1955, l’anno seguente Bacci espone negli Stati Uniti, alla Seventy-Five Gallery di New York, con una mostra che apre una stagione di successi presso i collezionisti americani e internazionali. Nel 1958 gli viene dedicata una sala personale alla Biennale di Venezia; nel 1961 espone alla Drian Gallery di Londra e partecipa alla mostra Neue Italienische Kunst alla Galerie 59 di Aschaffenburg in Germania; l’anno dopo è alla Frank Perls Gallery di Beverly Hills. Bacci muore a Venezia il 16 ottobre 1978.

Edmondo Bacci. L’energia della luce 

A cura di Chiara Bertola 

1° aprile – 18 settembre 2023 

Collezione Peggy Guggenheim – Venezia

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