Inaugurato nel Dicembre 2018, il Museo M9 è frutto di un ambizioso progetto realizzato per riqualificare un’importante area nevralgica di Mestre e rendere questa città un distretto con una propria identità culturale in sinergia con la vicina isola di Venezia, capitale indiscussa dell’arte a livello mondiale.
L’M9 è il primo museo dedicato alla storia del Novecento in Italia e si trova nel cuore di Mestre occupando una superficie vastissima che svetta con i suoi colori luminosi tra i palazzi del centro.
Oltre alla mostra permanente che racconta il XX secolo attraverso le nuove tecnologie, dal 5 Maggio gli spazi dell’M9 si sono aperti anche all’arte contemporanea individuando nell’artista Emilio Vedova una figura cruciale tra la mission del museo e le arti visive.
Determinato nel portare avanti i propri ideali, Vedova è stato uno degli artisti più rappresentativi della propria epoca. Questa mostra, ideata e progettata dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova e dal Museo M9, è stata curata da Gabriella Belli che ha creato un percorso espositivo inedito dandoci modo di guardare le opere del maestro veneziano da una prospettiva diversa e originale.
Michael Biasi

Cinquant’anni di storia del XX secolo raccontati dal maestro Emilio Vedova, artista che ha reagito agli eventi drammatici del proprio tempo attraverso la produzione di opere astratte dirompenti, rivoluzionarie: questa è Rivoluzione Vedova, la prima esposizione di arte contemporanea allestita al Museo M9 di Mestre.
Il percorso della mostra ci conduce nella storia sociale, culturale, politica ed economica del Novecento scegliendo il linguaggio dell’arte per intraprendere questo viaggio nel tempo. Dittature, fascismo, nazismo, stalinismo e battaglie di protesta per i diritti civili vengono interpretati dall’artista veneziano con una pittura gestuale carica di energia e potenza. Il tratto irruento e deciso di Vedova trasmette una forza espressiva dirompente che ci travolge, un po’ come accade con la storia che scorre impetuosa.
La capacità espressiva gestuale di Emilio Vedova ha reso questo artista uno dei più profondi interpreti del dolore e della violenza che hanno contrassegnato il XX secolo. Nelle sue opere Vedova mette in scena accese lotte tra segni, forze, emozioni: «assalti feroci e tumefazioni di neri, incendi divampanti di rossi, colpi di frusta e di rasoio di bianchi, sibili di blu che precedono il collasso e la cateratta dei gialli».

La passione politica di Vedova permea l’intera esistenza dell’artista, che partecipa in prima linea nella Resistenza partigiana contro la morsa nazifascista. Convinto sostenitore di una pittura politicamente impegnata, Vedova rivendica un’arte legata alla realtà e alla storia ma al contempo libera nella scelta dei mezzi espressivi da utilizzare.
I numerosi viaggi dell’artista lo conducono nel 1958 in Spagna, paese in cui tornerà quasi ogni anno e che lo ispirerà a realizzare alcune opere dedicate a questa nazione oppressa dalla dittatura di Francisco Franco, che governò dal 1936 al 1975, anno della sua morte. Dedicare quadri e opere di grafica ad altri paesi del mondo e alle loro situazioni politiche, storiche o sociali è quasi un dovere per Vedova, che realizza anche lavori per la Corea, il Vietnam, Varsavia, Sarajevo, spesso unendo immagine e parola, segno e poesia.

L’allestimento suggestivo mette in dialogo opere a parete e grandi installazioni che la curatrice, Gabriella Belli, suggerisce di guardare secondo due livelli di lettura: da una parte la potenza della pittura e del segno, dall’altra il resoconto della storia.
L’impegno civile del maestro veneziano fa da filo conduttore all’intero percorso della mostra che non necessita di una conoscenza approfondita dell’artista per essere compreso perché trova nel linguaggio universale delle emozioni la propria chiave di lettura.
La sala espositiva del Museo M9 è come invasa da Plurimi, Tondi e Dischi: opere di grandi dimensioni nelle quali la pittura può espandersi ed esplodere sulla superficie. Effettivamente, gli spazi del museo mestrino si prestano perfettamente alla grandiosità dei teleri di Vedova, valorizzandone le dimensioni imponenti.
L’artista
Nato a Venezia nel 1919, Emilio Vedova è figlio di artigiani-operai e già all’età di undici anni inizia a lavorare prima in fabbrica, poi da un rigattiere, un decoratore e infine nelle botteghe di alcuni pittori. Uomo del suo tempo, Vedova vive in prima persona il periodo del conflitto, partecipando alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza partigiana con il nome di “Barabba”, per via del suo tratto distintivo, una folta barba.

Dopo la Liberazione, tornato nella sua amata Venezia, continua l’attività di pittore, che non abbandona mai, fino alla sua morte, sopraggiunta nel 2006.
Rivoluzione Vedova
A cura di Gabriella Belli
Mestre – Museo M9
Fino al 26 novembre 2023